Pubblicato da: nonhosonno | Maggio 3, 2010

Cosa voglio di piùdi Silvio Soldini

Sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano, cantava Ornella Vanoni. Strano e poco raccomandabile se non hai soldi, hai più di trent’anni e tieni già famiglia. Verrebbe voglia di aggiungere questa chiosa alla strofa, dopo aver visto il nuovo film di Silvio Soldini, Cosa voglio di più. Che una canzone, ma di Lucio Battisti, invoca fin dal titolo. La canzone è Anna, il nome della protagonista (la brava Alba Rohrwacher che qui ricorda un po’ Monica Vitti) che vive in un imprecisato caseggiato del grande hinterland milanese assieme al suo compagno Alessio (Giuseppe Battiston). Affaccendata in una normale, asfissiante routine – treno, lavoro, treno, casa, serate con coppie di amici, week end per le spese che durante la settimana non si ha mai tempo di fare, pranzi domenicali con parenti, ecc. – Anna senza saperlo conduce un’esistenza invivibile. Lo scoprirà conoscendo Domenico (Pierfrancesco Favino) con cui, impulsivamente, farà di tutto per finire a letto. Domenico ha moglie (Teresa Saponangelo) e due figli. È sempre in bolletta. Abita in un altrettanto anonimo caseggiato periferico. E conduce una vita altrettanto compressa. La via di fuga è servita: tra i due si accende la passione e il desiderio prende sempre più il sopravvento. Ma la realtà, inscalfibile, è sempre lì davanti a loro.

La visione del film di Soldini affatica lo spettatore: è questo il suo bello. Perché, come nel precedente Giorni e nuvole, il regista si concentra sull’impasto tra i rapporti e le condizioni sociali ed economiche dei protagonisti. Ma a differenza del precedente film, l’interesse tematico diventa tratto stilistico di un lavoro in cui sono quasi del tutto assenti i campi lunghi o le inquadrature di ampio respiro. Tutto è stretto, costipato. La macchina da presa pedina i protagonisti, li cattura con insistenti primi piani, si aggira in luoghi pieni di oggetti, percorre stanze costrette, mette fuori fuoco volentieri gli sfondi, si muove nervosa. Anna e Domenico sono due come tanti. Non hanno lavori qualificati, vivono con uno stipendio medio in appartamenti piccoli per cui si sono indebitati. La loro vita è l’eterno ritorno della sveglia che suona. La vita di chi non può permettersene un’altra. Ecco l’inferno degli schiavi moderni, che a differenza dei ricchi non hanno tante alternative o cartucce da sprecare. Nel film non importa, in realtà, se i due si amino (sullo schermo vediamo una potenzialità, un futuro possibile). Importa che la loro ristrettezza esistenziale non permetta loro di scoprirlo. Semplicemente, per amare servono tempo, cura di sé e dell’altro, possibilità di sperimentare. E loro non ne hanno.

Il tema di Cosa voglio di più è quindi molto più interessante di una “normale” love story ed è anche ben disegnato dalla regia e dalla cura per i particolari. Come i gesti rituali di una quotidianità ripetitiva: struccarsi, mettersi la crema per il contorno occhi, puntare la sveglia. E ancora: montare mobili per il bagno, andare al supermarket la sera dopo il lavoro, scaldare il take away cinese che si è raffreddato. Non c’è ossigeno nelle scene. Non è un film d’amore, questo. Ma un film triste, in cui semmai l’amore ritorna ad essere – come è sempre stato fino al secolo scorso – un’attività per le elìte: un tempo per i nobili, ora per i benestanti. L’amore, insomma, è un lusso che due squattrinati non si possono permettere. Cosa voglio di più ricorda non a caso le ambientazioni proletarie di Ken Loach e dei Dardenne – come le protagoniste di In questo mondo libero e di Rosetta nel film di Soldini, poi, i personaggi “fanno” sempre qualcosa, sono sempre in movimento – e l’austerità di Chereau. Unico limite del film: a differenza di Intimacy le scene più passionali non convincono fino in fondo, confermando ancora una volta quanto sia difficile rendere al cinema la forza di un rapporto sessuale. Soldini ci prova con molto pudore, quasi in maniera “obbligata” (dalla trama) e non sempre convinta.

Cosa voglio di più, di Silvio Soldini, Italia/Svizzera, 2010, 126 minuti

Cast: Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Teresa Saponangelo, Monica Nappo, Tatiana Lepore, Sergio Solli, Gisella Burinato, Gigio Alberti

Distribuzione: Warner Bros Italia

Uscita: venerdì 30 aprile 2010.


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